Giovan Battista Adriani

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Giovan Battista Adriani

Giovan Battista Adriani (Firenze, 1511 – Firenze, 1579) è stato uno storico e oratore italiano, nominato storiografo ufficiale del Granducato di Toscana[1].

Biografia

Nato a Firenze, figlio dell'umanista e politico Marcello Virgilio Adriani, da cui gli derivò il soprannome Marcellino, e di Maria da Casavecchia, di una casata della nobiltà cittadina[2], Giovan Battista studiò filosofia a Padova, dove era andato esule nel 1530, a seguito della caduta della Repubblica fiorentina, e dove conobbe, fra gli altri, Pietro Bembo, Annibal Caro e Benedetto Varchi[3]. Con quest'ultimo, in particolare, ebbe un noto scambio di sonetti e rime[4].

Nella città natale, in cui aveva potuto far ritorno nel 1540, fu professore di eloquenza, tenendo la cattedra nello Studio fiorentino per un trentennio, dal 1549 sino alla morte[5]. Su incarico del granduca Cosimo I de' Medici, continuò la Storia di Benedetto Varchi, morto nel 1565, con il titolo di Istoria de' suoi tempi, riguardante gli anni dal 1536 al 1574, pubblicata postuma dal figlio.

Per il tono filosofico e le intenzioni moraleggianti, l'opera si rifà a Polibio e a Tacito, e dimostra, inoltre, un'acuta comprensione dei suoi tempi cercando di inserire le vicende di Firenze nel contesto degli avvenimenti europei, sulla scorta della metodologia del Guicciardini[3]. Scrisse anche una biografia di Cosimo I[6], molte orazioni funebri e, sotto forma di lettera, un saggio sull'arte antica per un'edizione de Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori di Giorgio Vasari[7].

Fu membro dell'Accademia Fiorentina. Sposatosi due volte, ebbe diversi figli, fra cui Marcello, detto il giovane per distinguerlo dal nonno, che fu un filologo.

Deceduto in seguito a una lunga malattia, la sua orazione funebre fu svolta da Francesco Bonciani nella chiesa di Santa Maria degli Alberighi[8]. Tuttavia, secondo Jacques-Auguste de Thou, Adriani fu sepolto in una chiesa, detta di S. Francesco, fuori le mura di Firenze[9].

Una sua effigie, opera del Vasari, si trova a Palazzo Vecchio, in un riquadro del soffitto del salone dei Cinquecento[10].

Opere principali

  • 1558 - Oratio in sacris funeribus Caroli V Caesaris Augusti (anche in volgare nel 1559; II ed. 1562)
  • 1563 - Oratio fvnebris de lavdibvs Eleonorae Toletanae Cosmi Medicis Florent. & senen. ducis vxoris
  • 1564 - Oratio in funere Ferdinandi Imperatoris Augusti
  • 1564 - Carmina in laudem Michaelis Angeli Bonarotae[11]
  • 1567 - Lettera...a M. Giorgio a Vasari (pubblicata separata[12], fu poi inserita dal Vasari, nel 1568, nel II tomo della sua opera)
  • 1568 - Laudatio in Funere Isabellae Hispaniarum Reginae
  • 1574 - Orazione fatta in latino all'esequie del Sereniss. Cosimo de Medici
  • 1578 - Oratio in funere Johannae Austriacae, uxoris Franc. sereniss. Mag. Duci Etruria (anche in volgare)
  • 1580 - Oratio de morte contemnenda
  • 1583Istoria de' suoi tempi (22 libri) (II ed. Venezia 1587)

Note

  1. ^ Voce online dell'Enciclopedia Treccani
  2. ^ G. Mazzucchelli, op.cit., p. 13.
  3. ^ a b G. Miccoli, op.cit.
  4. ^ B. Varchi, Sonetti spirituali, Giunti, Firenze 1573, p. 125; G.B. Catena (a cura di), Lettere del card. Gio: De Medici figlio di Cosimo I Gran Duca di Toscana non più stampate estratte da un codice ms., De' Rossi, Roma 1752, p. 26
  5. ^ Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia, vol. I, UTET, Torino 1863, pp. 362-363, ad vocem. Si veda anche P.F. Grendler, The Universities of the Italian Renaissance, Johns Hopkins University, Baltimore 2002, p. 233
  6. ^ Contenuta manoscritta in un codice, è stata pubblicata per la prima volta, nel 1871, da Adolfo Bartoli, op.cit., pp. 1-114, il quale rileva (p. VIII e pp. 9-10, n. 1) come molti brani della stessa siano stati utilizzati da Aldo Manuzio il Giovane per analoga opera.
  7. ^ V. Fortunati - I. Graziani, Properzia de' Rossi. Una scultrice a Bologna nell'età di Carlo V, Editrice Compositori, Bologna 2008, p. 55, nota 6. Sull'influenza della Lettera sul Vasari si veda, da ultimo, E. Carrara, op.cit., pp. 393-430.
  8. ^ G. Mazzucchelli, op.cit., p. 15.
  9. ^ J.-A. de Thou, Historiarum sui temporis, t. III, Londra 1733, p. 703.
  10. ^ E. Carrara, op. cit., p. 398.
  11. ^ Tali versi, come si legge in Notizie letterarie, cit., p.103, furono pubblicati nell'opuscolo Esequie del Divino Michelangelo Buonarroti, celebrate in Firenze dall'Accademia de' pittori, scultori, ed architettori nella Chiesa di S. Lorenzo il dì 28. Giugno 1564 (Giunti, Firenze 1564).
  12. ^ S. Maffei, La fama di Laocoonte nei testi del Cinquecento, in S. Settis, Laocoonte. Fama e stile, Donzelli Editore, Roma 1999, p. 221, nota 18

Bibliografia

  • Jean Balsamo, Giovanni Battista Adriani, in Id., Poètes italiens de la Renaissance dans la Bibliothèque de la Fondation Barbier-Mueller. De Dante à Chiabrera, Droz, Ginevra 2007, pp. 19–20.
  • Adolfo Bartoli (a cura di), Scritti varii editi ed inediti di G.B.Adriani e di Marcello suo figliuolo, Romagnoli, Bologna 1871.
  • Eliana Carrara, Giorgio Vasari, Giovanni Battista Adriani e la stesura della seconda edizione delle Vite. Ragioni e nuove evidenze della loro collaborazione, in «Opera Nomina Historiae», 2010, n. 2-3, pp. 393–430.
  • Giammaria Mazzucchelli, Notizie intorno alla vita di Giovanbatista Adriani, in G. Adriani, Istoria de' suoi tempi, t. I, Giachetti, Prato 1822, pp. 13–20.
  • Giovanni Miccoli, Adriani, Giovanni Battista (Giambattista Marcellino), in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 1, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1960.
  • Notizie letterarie, ed istoriche intorno agli uomini illustri dell'Accademia Fiorentina, Matini, Firenze 1700, pp. 44–49, ad vocem.

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