Gabriele Lancillotto Castello

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Gabriele Lancillotto Castelli

Gabriele Lancillotto Castelli (anche Lancellotto Castelli[1]), principe di Torremuzza e marchese di Motta d'Affermo, noto anche con lo pseudonimo di Selinunte Drogonteo (Palermo, 1727 – Palermo, 1794), è stato un numismatico e antiquario italiano, che consacrò la sua vita allo studio della numismatica e delle antichità della Sicilia.

Biografia

Nel 1734 entrò nel Collegio borbonico gestito dai teatini a Palermo.

Suo insegnante di lettere antiche e moderne fu l'abate Jacoponi, toscano. Nel collegio, il suo studio preferito furono l'antichità e la storia della Sicilia. Assieme ad altri studiosi palermitani promosse un progetto di una "Storia generale dell'Isola".

Nel 1762 Torremuzza pubblicò un testo dal titolo "Le antiche iscrizioni di Palermo", in cui sono descritte le lapidi antiche che dal 1586 il senato di Palermo aveva fatto raccogliere e che nel 1716 erano state collocate nel palazzo pubblico. Nel 1753 pubblicò la "Storia di Alesa" sotto lo pseudonimo di "Selinunte Drogonteo", pastore arcade. Le opere che lo hanno reso famoso sono "Siciliae veteres nummi", e Siciliae veterum inscriptionum nova collectio".

Nel 1779 il principe fu nominato Regio Custode delle antichità per la Val di Mazara[2], mentre un suo compagno di studi, Ignazio Paternò Castello principe di Biscari, ebbe lo stesso incarico per la Val Demone e la Val di Noto. In questa veste, Torremuzza curò i restauri del Castello di Maredolce a Palermo, del Tempio di Segesta (1781) e dei Templi della Concordia (1787) e di Giunone (1788) a Girgenti.[3]

Nel 1783 fu associato alla Académie des inscriptions et belles-lettres.

Donò circa 12.000 volumi ai Gesuiti, che gestivano quella che divenne poi la Biblioteca Nazionale di Palermo, oggi Biblioteca centrale della Regione Siciliana.

Opere principali

  • Siciliae populorum, urbium, regum et tyrannorum numismata, Panormi, 1767;
  • Siciliae et objacentium insularum veterum inscriptionum nova collectio, Panormi, 1769;
  • Siciliae veteres nummi, Panormi, 1781.

Note

  1. ^ Treccani_gabriele-lancellotto-castelli-principe-di-torremuzza.
  2. ^ Giuseppe Pagnano, Le Antichità del Regno di Sicilia, 1779: I plani di Biscari e Torremuzza per la Regia Custodia., Assessorato dei Beni Culturali Ambientali e della Pubblica Istruzione, 2001.
  3. ^ Biagio Pace, Studi e ricerche archeologiche in Sicilia (PDF), Roma, Pubblicazioni della R. Accademia dei Lincei, 1917.

Bibliografia

  • Dictionnaire universel d'histoire et de géographie, 26ª edizione, Parigi, 1878, (Wikisource francese)
  • Francesco Ferrara, Storia generale della Sicilia: Storia civile vol. 6, Palermo 1833 p. 403
  • Maria Amalia Mastelloni, Gabriele Lancillotto Castelli e Giglio principe di Torremuzza e gli studi numismatici, in I Borbone in Sicilia (1734 1860), a cura di E. IACHELLO, Catania 1998, pp. 170-176
  • Gabriele Lancillotto Castello, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • CASTELLI, Gabriele Lancellotto, principe di Torremuzza, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 21, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978. URL consultato il 25 agosto 2017. Modifica su Wikidata

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Collegamenti esterni

  • Torremuzza, Gabriele Lancellotto Castelli principe di, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  • Opere di Gabriele Lancillotto Castello / Gabriele Lancillotto Castello (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited. Modifica su Wikidata
Controllo di autoritàVIAF (EN) 49216799 · ISNI (EN) 0000 0001 1762 1215 · SBN PALV051507 · BAV 495/3405 · CERL cnp00572218 · LCCN (EN) n2002028508 · GND (DE) 116472146 · BNF (FR) cb107352958 (data) · CONOR.SI (SL) 317323107
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